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I Finalesi: le ville

I Finalesi: le ville

€ 42,00Prezzo
  • Modellato e colorato a mano
  • 100% prodotto locale
  • Pezzo unico
  • Informazioni

    Piatto in ceramica tondo diametro 17 cm ovale lunghezza 12 cm, modellato a mano e cotto nel forno presso il nostro laboratorio.  È un pezzo unico, nel caso fosse esaurito è disponibile su prenotazione. Uso ornamentale.

  • Dove trovarlo

    È in vendita presso la Bottega Manigolde a Finale. Per spedizioni contattaci!

  • prova

  • storia delle mappe

    I Finalesi; le ville.
    Il territorio sotto la giurisdizione del Finale venne suddiviso in sei ville intese come borghi o villaggi cioè piccoli centri rurali comprendenti diverse imprese agricole.
    Ogni villa era retta da un Massaro che riferiva a un Giudice d’Argini e, sotto richiesta, al Consiglio Comunale o al Podestà. L’unico Giudice d’Argini e ogni Massaro di Villa avevano come sottoposti altri uomini con compiti particolari tra i quali il controllo degli argini di fiumi
    e canali. Dalle azioni di tutte queste figure dipendeva l'amministrazione di ogni villa e la sicurezza di tutto il territorio comunale.
    Le sei ville, nell’originaria divisione del 1555, erano le seguenti: Massa,Canalvecchio,Via della Rovere, Polesine, Campo del Duoso con Reno e Casumaro, Brattalari.


    Col passare del tempo cambiarono sia i nomi sia le ripartizioni di alcune ville, poco prima del 1642 fu soppressa la Villa di Canalvecchio, incamerata in parte dalla Villa di Massa e in
    parte dalla Villa di Via della Rovere; contemporaneamente la Villa dei Brattalari venne ridotta di superficie a favore della nuova Villa di Selvabella;l a Villa del Polesine già verso la fine del 1600 cambiò denominazione diventando Villa del Serraglio.


    Le decorazioni riportate sui piatti di questa linea sono state ispirate,  nella maggioranza dei casi, dalla lettura della mappa del 1606 di Giovanni Battista Mirandelli.
    La grande tela di 238,5 cm x 181,5 cm “Descrittione del territorio del Finale” conservata nell’Archivio di Stato di Modena è un esempio cartografico unico, documento con il quale la geografia si fa storia del luogo che rappresenta.
    Il restauro, cominciato nel 2013 e ultimato nel 2015, e operato con moderne tecniche non invasive, ha migliorato la leggibilità della carta sottolineando due elementi caratteristici dell’attività artistica dell’autore:l a cifra pittorica che prevale su quella tecnica della
    rappresentazione cartografica e il legame con la Corte Estense.
    L’attenta lettura del libro “A volo d’airone” della storica finalese Maria Pia Balboni ha fornito al laboratorio ceramico artistico Manifatti Imperfetti una inaspettata fonte di ispirazione e
    portato ad una collaborazione originale con l’Associazione Alma Finalis. La serie delle ville vuole essere un omaggio ad un centro che dal 1779 è assunto al rango di Città, fissando nella memoria i tratti distintivi di una terra antica.

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